sCRAPwood

No dai, io non credo. A me piacciono. E adoro la tecnica scrapwood, come avrete capito! Da sempre accantono scarti di legno, tagli non utilizzabili, parti di mobili smontati. E ogni tanto mi diverto ad assemblarli per creare piccoli arredi, come questi sgabelli bananosi!

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Ieri su facebook avevo promesso di raccontarvi la loro storia passata, presente e futura. Beh, eccola qui. Il passato è glorioso: questi due sgabelli sono interamente fatti del primo nucleo di scarti di legno che colleziono da circa dieci anni, se non di più. Una letterale e magica catasta di legno, che cresce inspiegabilmente ogni volta che vi attingo! Ma ciò che rende ancora più carica di sentimento la loro storia è che il legno in questione è stato salvato dall’onda di fango che ha attraversato Livorno la notte fra il 9 ed il 10 settembre del 2017, portandosi dietro morte e devastazione, oltre ad un sacco di miei mobili. Il loro presente è un po’ meno interessante: stanno asciugando per un paio di giorni nel mezzo al mio soggiorno, perché se posso darvi un consiglio, nonostante i tempi di essiccazione dichiarati sulle latte, a qualsiasi tipo di vernice una settimanetta di riposo prima dell’uso intenso fa sempre mooolto bene. Infine il loro intrigantissimo futuro: sono destinati ad una misteriosa mansarda, della quale trovate qualche accenno nelle mie stories in evidenza su instagram e che spero di potervi mostrare presto!

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Ho scritto un libro!

Beh, no, non proprio.

Diciamo che ho dato un contributo per una meravigliosa causa fatta di arte, storia e passione!

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Chi mi segue dai tempi del vecchio, vecchissimo blog, si ricorderà che avevo raccontato la storia di questo pittore locale (Livorno, Toscana, Italy) che mi aveva folgorato sulla via del colore con la sua opera pittorica nella splendida chiesa anni ’60 del mio quartiere.

Senza raccontarvi di nuovo come è nata questa storia (andate a leggerla qui!), vi dico solamente che dopo anni di lavoro e lenta sensibilizzazione, fra conferenze, inaugurazioni di centri studi ed alluvioni che hanno distrutto ogni cosa, è finalmente nato lui: un libellum che racconta un pezzetto di questo grande uomo, il maestro Giancarlo Cocchia.

E adesso vado ad elencarvi perché, vicini e ontani, dovreste richiedermene una copia al modico prezzo di copertina di 8euro:

  1. Perché volete bene al sottoscritto
  2. Perché non volete bene al sottoscritto ma sostenete l’arte e la sua divulgazione
  3. Perché siete amanti del colore
  4. Perché l’editore indipendente si è fatto carico dell’intero costo di pubblicazione
  5. Perché al mio amico grafico che ha fatto la postproduzione delle immagini scattate ho promesso qualche soldino in cambio

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Ma dico…. non è bellissimo???