Di gratitudine e pomiciate

Lunedì scorso ho pomiciato con due chioccioloni giganti. Giganti e spudoratamente fucsia!

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Ebbene sì, avrei dovuto iniziare questo post in mille altri modi e fra un po’ ve li elenco, ma a distanza di sette giorni sono ancora elettrizzato dalla montagna di resinoso affetto fucsia che queste due signorine avevano da elargire, così mastodontiche e leggiadre, sul prato di Palazzo Mondadori.

E ora ripartiamo come si deve.

Lunedì scorso sono stato schiaffeggiato dalla disarmante, metafisica bellezza di palazzo Niemeyer, meravigliosa opera di ultraterrena grazia, che da più di 40 anni si erge alle porte di Milano, ogni giorno come se fosse appena apparso dal nulla. Un’opera che genera luce, che dilata lo spazio. Un’opera che si alza a dogana dei venti, quasi che le masse d’aria debbano chinare il capo e fluire composte attraverso i suoi archi. Un’opera che ti fa sentire inaduegato ma spronato. E soprattutto grato.

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Cijecam_FBonini_Mondadori_Niemeyer_CrackingArt_landscape.JPGLunedì scorso sono stato abbracciato da un calore che viene da lontano. Un affetto decennale a cui è bastata una frazione di secondo per ritornare nitido alla mente. L’affetto sincero di amici che non sai neanche come hai fatto a meritarti. Giusi Silighini, il mitico vulcano creativo, colei che in un gesto è accoglienza e Casa, in una domanda è dolcezza e attenzione e in uno sguardo è genialità e passione: ti prepara una guacamole estemporanea e, mentre riesce a dimostrarti con una semplice domanda che ha estremamente a fuoco tutta la tua vita degli ultimi cinque anni, sta già avendo una visione sulla prossima tendenza grazie al radicchio rosa di Verona che sta affettando. Sara Sironi, che se hai una domanda lei la sa… ma non la risposta, lei sa la domanda che hai in mente, e mentre tu cerchi di formularla, lei ti ha già inviato una mail con la soluzione ed un reminder via whatsapp. E poi Giovanna Caggiula, always impeccabile, sempiterna come se fosse membro della famiglia Cullen, che è inutile che ce lo nascondiamo, se la Mondadori è ancora sul mercato è solo grazie alla sua innata dote di essere sempre sul pezzo. E un sacco di altri che non posso citare senza sforare le 1000 parole, ma tutte persone che, rieccoci, ti fanno sentire pienamente grato.

Lunedì scorso ho abbracciato la Vale, sorellona (mi ci commuovo anche ora, belandi!). Lunedì scorso ho incontrato per la prima volta Laura Anna, ma quasi l’avrei salutata come se fosse la mia vicina, tanti sono gli anni che ci vediamo e parliamo quotidianamente… E ho conosciuto un esercito di ragazze (e ragazzo!) così appassionati e capaci e vivi e motivati, ammirevoli, esemplari, di ispirazione. Tutta una roba che, davvero, mi son sentito di un grato!

E poi Lunedì scorso ho rivisto la Barbara, che Santi Numi, ma come farà mai ad essere così capace, chiara, ganza?! Un’energia contagiosa, una semplicità assurda nel traghettarti verso lidi sconosciuti. Anche lei ogni enne anni la ritrovo sempre lì, con un microfono in mano a domare leoni affamati senza frusta e senza bisogno di alzare la voce! Gratitudine? A mille!

Insomma, lunedì scorso sono stato in Mondadori, ho visitato la redazione di CasaFacile, ho partecipato ad una giornata di formazione Blogger CasaFacile style (tipo me, ve l’ho detto?!), ho ascoltato come nasce il giornale, mi sono sentito figo tra i fighi e… ne voglio ancora!

E ora so anche che avrei potuto finire questo post in mille altri modi differenti: ma c’è un’immagine con la quale la Mondadori mi ha voluto salutare e che non posso non lasciare qui, come l’ultimo pensiero che si fa prima di andare a dormire: uscito dalla guardiola, con il solicchio che cominciava a virare al giallo scuro, nell’aiuola fiorita davanti a palazzo Niemeyer, zompettava un adorabile leprottino, che a quantità di affetto non aveva nulla da invidiare alle ginormiche chiocciolone con le quali tutto questo è iniziato!

Buonanotte!

Siate buoni, pieni di bene e soprattutto…GRATI!