Se avete letto la mia presentazione saprete che il mare ricopre un ruolo fondametale nella mia vita. C’è una scena nel film “La prima cosa bella” di Paolo Virzì che mi colpì sin dalla prima visione: la ragazza del coprotagonista (Valerio Mastandrea) esce dalla (bellissima?) stazione in stile liberty di Livorno ed esclama “Che bello, si sente l’odore del mare!”. Mi sembrò una forzatura cinematografica: io l’odore di mare fino alla stazione, laggiù, in fondo a viale Carducci, non mi sembrava di averlo mai sentito. Poi qualche anno dopo mi sono trovato a viaggiare un paio di mesi in giro per il mondo fra l’entroterra Brasiliano, l’East Coast statunitense, l’Europa. Al rientro il mio aereo atterrò a Firenze ed il mio ritorno in città avvenne proprio col treno. Uscito dalla stazione la sopresa: l’odore di salmastro spalancò prepotente i miei polmoni! Lì la realizzazione: da queste parti siamo sale, siamo mare. E le anime sono fatte di vento, i capelli di onde. Tanto da non sentire neanche più quell’odore, essendone fatti della stessa sostanza!
Quindi direi che è il caso di interrompere questa fase jungle (ogni tanto però continuerò a farvi sentire il canto allegro dei pappagalli!) per aprirci al mese del mare! Lo faccio in maniera graduale, con queste graziosissime innumerevoli, seggiolette tipiche da osteria anni ’50, che, ricevuta carta bianca dalla proprietaria, ho deciso di decorare ispirandomi a delle vecchie cabine scrostate dal sole e dal sale. Ma senza abusare da subito del classico azzurro che ci si aspetta: un verde menta, leggero, che resiste sul bianco e sul legno che da sotto riaffiorano. Ce lo vedete un vecchio pescatore seduto sopra, appoggiato su uno scoglio in riva al mare, in un improbabile equilibrio con una zampa che neanche tocca a terra, intento a ricucire le reti?


